La Liturgia Eucaristica – Esperienza dei tavoli di lavoro

 

Secondo incontro

- Nella celebrazione eucaristica, attraverso il linguaggio del rito, Cristo si fa presente a noi con tutta la sua vita, soprattutto nel momento culminante della croce, nel quale dà testimonianza dell’amore del Padre consegnando a Lui tutta la sua vita, e dello stesso amore diventa segno per tutti offrendo il perdono.

- Eucarestia è il dialogo di Dio col suo popolo, dialogo in cui vengono proclamate le meraviglie della salvezza e continuamente riproposte le esigenze dell’Alleanza

- L’Eucaristia ci porta sempre al vertice dell’azione di salvezza di Dio: il Signore Gesù, facendosi pane spezzato per noi, riversa su di noi tutta la sua misericordia e il suo amore, come ha fatto sulla croce. (Papa Francesco)

- Parola e Pane sono dunque i due segni attraverso i quali Gesù è presente a noi, noi siamo presenti a Gesù.

- La presenza di Gesù nell’Eucarestia non si costituisce come una cosa da venerare, una cosa sacra, essa è presenza relazionale che si offre a noi perché noi diamo la nostra risposta. Alleanza.

- E’ dunque importante l’atteggiamento con cui partecipiamo, una fede da non dare per scontata, una fede che nella celebrazione stessa si deve formare.

- Nell’Eucarestia Gesù incontra la nostra vita, le gioie e i dolori, la nostra umanità con i pregi e i difetti, le fatiche della settimana che dall’amore sono illuminati, riconciliati guariti. Si dice appunto che non possiamo uscire come siamo entrati dobbiamo essere cambiati.

- Nell’eucarestia Gesù non ci incontra solo come singoli. Ma ci costituisce attorno a Lui come una comunità. La comunità si manifesta attraverso le diverse ministerialità. Nel ritrovarsi comunità nasce la gioia.

- La comunità Eucaristica non è chiusa ma porta all’incontro i fratelli assenti, i malati e i poveri. Dall’eucarestia si parte per andare verso di loro.

 

Proposta di lavoro

L’esperienza della celebrazione eucaristica che vivo in parrocchia riesce a comunicare i significati che abbiamo evidenziato?

 

Primo incontro – San Bartolomeo – martedì 14/11/2017

     Quali significati dovrebbe esprimere la Liturgia?

     Quali contenuti?

     Quali cambiamenti introdurre?

 

Francesco: pensiamo a cosa dovrebbe esprimere la Liturgia per chi frequenta o per coloro che non frequentano? Trovare i modi di fare una Liturgia che possa attirare anche persone lontane.

Don Luciano: Questo primo momento dovrebbe aiutarci ad elaborare l’ideale, a far emergere quello che dovrebbe essere, quello che il Vangelo dice che dovrebbe essere ed essere attraente per tutti. Secondo noi, l’esperienza liturgica, come dovrebbe essere nel suo realizzarsi ideale?

Nunzia: Cercherò di dire con parole mie come vedo, come sento la celebrazione eucaristica, è un incontro unico, il momento in cui Dio entra nella mia vita concretamente. Lui si fa corpo perché io lo possa assumere. E’ un momento unico e personale, ma è anche un momento che fa “corpo”. Ho trovato due definizioni, una in EG 137 e una sul Decreto conciliare Sacrosantum Concilium al n. 7. E’ qualcosa di meraviglioso quello a cui partecipiamo.

Pierluigi: La Messa come festa di una comunità, festa di una famiglia ricordandosi di chi non è presente, dei poveri e di chi soffre. Mezzo per poter fare sempre più comunità, infatti si chiede allo Spirito Santo di farci “uno”. Se usciamo dalla Messa come siamo entrati questo è un fallimento. Processione offertoriale, sarebbe bello portare all’altare, oltre al calice e alle ampolline anche qualcosa da condividere con chi ne è privo. Ascolto della Parola, una festa.

Silvana: essere eucarestia è far parte di un corpo. Non uscire come si è entrati ma turbati positivamente, sentendoci provocati da domande. Ci sono celebrazioni più curate ed altre meno, dovrebbero essere tutte curate. Ogni eucarestia dovrebbe stimolare gioia.

Marco: a volte non dipende dalla celebrazione ma dalla nostra fede, da come stiamo vivendo il nostro rapporto con Dio.

Don Luciano: Da una parte c’è la fede e la motivazione con la quale vai a Messa, ma anche l’autenticità del linguaggio che la liturgia pone. Un linguaggio che deve essere leggibile ed efficace. Io vedo la liturgia come quel segno affidato da Gesù che si compie come obbedienza alla Sua volontà. Gesù che ha detto: “fate questo in memoria di me”. E’ un segno che rende vicino l’amore di Gesù. L’esperienza del ricevere l’amore di Dio che placa la mia fame di amore.

Giacomo: Per me la Messa è un appuntamento settimanale, mi fa strano non avere questo appuntamento. E’ un appuntamento al quale vado volentieri e forse come chierichetto l’ho vissuto in modo diverso da quelli che stanno in assemblea, ci possono essere momenti di dubbio, durante la consacrazione per esempio.

Giovanni: Incontro con Gesù, incontro con lo Spirito Santo. Siamo lì per Gesù, ma chi ci unisce è lo Spirito Santo. Dobbiamo chiederci quanto permetto allo Spirito Santo di entrare nella mia vita, quanto permetto a Gesù Eucaristico di trasformarmi alla fine di questa Messa. E’ quell’incontro che porta frutto alla comunità se noi lasciamo che lo Spirito porti frutti dentro di noi , questi frutti vanno poi condivisi. Dobbiamo uscire con un cuore nuovo.

Nilde: Quando ero giovanissima ho capito che è una cena, per me è come essere invitati ad una cena per stare insieme agli altri uniti da uno stesso desiderio di incontrare il Signore.

Pippo: Dagli interventi mi date l’impressione di non avere dubbi, sono contento di sentirlo però… il Papa ha detto che una fede senza dubbi non è fede. Spero che nella Parola io possa trovare risposte ai miei dubbi, i dubbi ci sono.

Francesco: L’Eucarestia è la risposta di una chiamata del singolo all’interno di una comunità. Dovrebbe essere molto essenziale, spogliata dei molti orpelli che noi ci mettiamo intorno. Noi leghiamo molto la liturgia al sacerdote, dovremmo avere una fede che ci faccia andare oltre la bravura del sacerdote, la liturgia perfetta non esiste.

Maria Giovanna: La liturgia è un grande atto di fede, ricerchiamo un incontro con il Signore e lo facciamo con i nostri fratelli con i quali condividiamo anche le nostre fatiche. Ascoltiamo parole che a volte non riusciamo a capire però torniamo perché siamo attratti dal senso del mistero che c’è nell’incontro col Signore. Si condivide anche un senso di inadeguatezza con gli altri membri della comunità.

Grazia: La Messa è il mio pane quotidiano, mi aiuta tutto il giorno. La domenica la liturgia è più bella, è più famiglia ma anche gli altri giorni si crea comunità. Riesco ad amare le altre persone perché mi sento amata.

Angelo: Per me è riconciliarmi col Signore. Quando vedo il pane spezzato penso che Lui ha dato la vita per me. Ultimamente sono deluso perché vedo pochi giovani, ho sbagliato io? Dove? I giovani come la vedono l’Eucarestia?

Don Luciano: Questa questione verrà affrontata successivamente. Perché i giovani, anche frequentando dei percorsi nella comunità, poi non partecipano all’Eucarestia?

Marco: Forse potrebbe farci bene andare un po’ alla ricerca di come è nata, di come si è arrivati alla Messa a cui partecipiamo, secondo me ci sono tante cose che ci potrebbero appassionare ancora di più, migliorare il nostro rapporto con la celebrazione.

Pippo: Ci dimentichiamo la Parola, ci fermiamo ad ascoltare?

Luisa: Penso alle celebrazioni alle quali partecipavo da bambina, ci sono stati tanti cambiamenti. Cerchiamo di andare a Messa condividendo. Nostra figlia vive in Germania, dove non capiamo la lingua, però c’è comunità e partecipazione, io non mi sento un corpo estraneo ma faccio parte della comunità dei figli di Dio. I sacerdoti devono prenderci per mano per farci capire qual è la bellezza della celebrazione liturgica.

Donatella: La Liturgia per me è fame, sento forte il desiderio di andare e per me è gioia. Io entro col sorriso ed esco col sorriso. L’Eucarestia abbraccia tutti anche quelli che non ci sono. Dove due o tre sono riuniti io sono in mezzo a loro. L’amore di Gesù non lo sento solo la domenica.

Ada: Ho la fortuna di fare parte di una bellissima comunità, una comunità che è per me come una famiglia, quindi per me andare a Messa la domenica significa incontrarmi con questa famiglia. E’ molto importante l’Omelia, mi comunica sempre qualche cosa, pur essendo sempre lo stesso Vangelo a seconda del momento che sto vivendo mi dice sempre qualcosa di nuovo. E’ la bellezza della parola del Signore.