La sua vita non dipende da ciò che egli possiede

Incontriamo in questa domenica un altro dei temi cari a Gesù, secondo il racconto del vangelo di Luca, sul quale ancora dovremo tornare nella prosecuzione dell’anno. Lo spunto è dato da un uomo che pone a Gesù una questione, più che mai di attualità anche ai nostri giorni e che spesso riesce ad intaccare relazioni preziose, come quelle derivanti dall’appartenere alla stessa famiglia. Quell’uomo chiede a Gesù di essere arbitro nella spartizione dell’eredità con suo fratello. Gesù non ritiene di dover intervenire personalmente su quella singola questione tra i due fratelli, ma avvia da quel caso individuale una riflessione più generale sul rapporto dell’uomo con le sue proprietà, in modo da fornire dei principi in base ai quali possa essere illuminato il caso dei due fratelli e vengano aiutati anche tutti gli altri che vivono situazioni simili.

Gesù pone un principio che costituisce il fondamento di tutto il suo insegnamento: “La vita non dipende da ciò che uno possiede”. Il protagonista della parabola è uno che vive in modo opposto a quanto affermato da Gesù, infatti fa dipendere dal raccolto abbondante la sua tranquillità e le ragioni per cui la sua vita potrà realizzarsi come vita felice.”.

Far dipendere dalle cose che si possiedono le ragioni della gioia, può indurre nell’uomo la presunzione di bastare a sé stesso e di essere lui, con il suo ingegno e la sua intraprendenza, a costruirsi la felicità della vita. Nella vita di quell’uomo non c’è spazio per Dio, perché attribuisce a se stesso e alle sue capacità il merito di risolvere tutti i suoi bisogni. L’uomo della parabola appare un uomo solo, vive in un mondo dove c’è solo lui, tutto è valutato come sua esclusiva proprietà, non ha familiari o amici con cui condividere, l’aggettivo ricorrente è il possessivo “mio”, le proprietà hanno sostituito tutte le relazioni con le persone. Far dipendere dalle proprietà la gioia della vita, è dare fiducia a cose troppo fragili, che come sono arrivate si possono anche facilmente perdere. Fare affidamento alle cose, è un principio che non regge di fronte alla consapevolezza che il tempo della vita va verso un compimento, chi pone fiducia nelle ricchezze vive lo scorrere del tempo con ansia e percepisce l’appuntamento con la morte come l’arrivo di un ladro che viene a rubare la vita.

Gesù non condanna le cose che si possiedono, non condanna l’intraprendenza di chi cerca di migliorare la propria situazione economica, il male è fare del benessere materiale l’unico scopo, ciò da cui tutto dipende. Per la vita, l’uomo ha bisogno delle cose, ha bisogno di una casa per sé e per la propria famiglia, ha bisogno dei mezzi di sostentamento, ha bisogno di strumenti per il proprio lavoro. L’uomo che attraverso il lavoro riesce a migliorare la propria condizione economica può vedere riconosciute le proprie capacità, può essere consapevole della propria dignità di persona. Il valore della persona viene prima di tutto dalla consapevolezza di trovarsi nella vita non in forza di una sua decisione, ma dall’essere stato chiamato alla vita dall’atto creatore di Dio, è Dio che amando ciascuno e chiamandolo alla vita, dice che ogni persona è importante per Lui. Alla luce della relazione con Dio e dal riconoscere che dal Suo amore derivano per noi le ragioni della gioia, quali criteri potremmo darci per utilizzare in modo giusto le cose che possediamo? . .

Le cose sono un dono. Guardare ad ogni cosa come segno dell’amore che prima di tutto ci ha dato il dono della vita: anche ciò che abbiamo guadagnato col lavoro, anche ciò che è frutto del nostro ingegno è dono, perché se sono nato in quella famiglia, se ho quelle capacità che mi permettono di intraprendere e guadagnare, non è mio il merito, poiché tutto è opera di Dio.. .

Le cose devono servire per realizzare una vita che sia felice per tutti. L’amore di Dio che a me ha dato queste proprietà è amore per tutti e mi chiede di utilizzare le mie proprietà proprio perché si realizzi questo disegno: di una felicità che non sia solo per alcuni, ma sia per tutti.. .

il Parroco