Sono venuto a gettare fuoco sulla terra

Leggiamo in questa domenica, una parola di Gesù che ha un tono inconsueto rispetto a quella che solitamente ascoltiamo e che nel nostro immaginario costituisce il messaggio del Maestro. Identifichiamo infatti il Vangelo con un insegnamento che propone: pace, benevolenza, tolleranza, comprensione. Se questi atteggiamenti sono veramente i criteri che devono ispirare la nostra relazione con gli altri, verso noi stessi Gesù chiede di essere persone che vivono con radicalità e totalità delle scelte impegnative di vita. Possiamo collegare allora il vangelo di oggi a quello di domenica scorsa, che ci aveva dato lo spunto per una riflessione sul tempo della vita. Domenica avevo sottolineato questo messaggio: il tempo della vita è lo spazio che abbiamo a disposizione per esercitare la nostra libertà, per operare delle scelte in relazione a Dio e al suo disegno sul mondo.

Gesù può dare autorevolmente questo insegnamento perché lui stesso sta vivendo una grande scelta e Luca che aveva già espresso con modi forti quella scelta: “Gesù si diresse decisamente verso Gerusalemme”; ora ribadisce la tensione interiore che lo anima, “Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!”. Gesù ha una strada davanti a sé, l’ha scoperta nella sua interiorità dove vive un costante colloquio col Padre: la relazione col Padre dovrà essere messa alla prova confrontandosi con la cattiveria degli uomini, attraverso l’esperienza della sofferenza che lo condurrà all’appuntamento con la morte. Non lo fermerà la resistenza degli apostoli, non lo fermerà la paura della sofferenza, non lo fermerà la solitudine in cui sarà lasciato; andrà fino in fondo continuando a fidarsi del Padre, perché dal Suo amore, Gesù fa dipendere tutta la sua vita. ”.

Ogni giorno noi siamo chiamati a fare delle scelte, a prendere delle decisioni, molte volte sono scelte piccole e insignificanti, possiamo scegliere in un modo o anche nel suo contrario e nulla cambia, ma per non essere frantumati dai tanti desideri e dalle tante attrazioni cui siamo sottoposti, abbiamo bisogno di poter dire che c’è qualcosa che vale di più rispetto al resto, che c’è una scelta più importante delle altre, gli studiosi la definiscono: “l’opzione fondamentale”. Sentiamo che ci sono forze attorno a noi che esercitano una forza di attrazione nei nostri confronti, il condizionamento del confronto con gli altri rischia di renderci dipendenti e di farci vivere assecondando di volta in volta il messaggio di moda. Essere persone che hanno una propria personalità, chiede di essere radicati in una identità interiore.

La vita scorre per molti giorni secondo un tran tran che è dato dagli adempimenti giornalieri, ma la monotonia della vita è vivibile per l’esperienza di un incontro con qualcosa o qualcuno che ci appare rispondere pienamente alla domanda sul senso della vita e ci fa dire: “è per quella cosa lì, è per quella persona, che la vita mi appare vivibile”. Accade questo quando uno si innamora e gli sembra che l’amore per quella persona, il bene che sperimenta siano ciò che dà pienamente gusto alla vita. Uguale capacità di far ardere il cuore, di far vibrare l’anima è la scoperta di un grande ideale di giustizia e di libertà, ci sono persone che ci appaiono piene di luce perché sanno vivere ispirati da grandi ideali, che sanno portare avanti nonostante l’avversione di altri e la solitudine in cui spesso si ritrovano. L’incontro con l’amore di Dio rivelato da Gesù, è ciò che ha risposto pienamente alla domanda: “per che cosa val la pena vivere?” Esso è perciò quel bene che dà senso a tutto il resto, quel bene senza il quale non possiamo vivere.. .

il Parroco