Egli si alzò prese il bambino e sua madre In questa domenica immediatamente successiva al Natale la chiesa ci invita a ritornare sulla festa che abbiamo celebrato e sul fatto che ha costituito il motivo di quella festa, per coglierne il significato più profondo. Allargando lo sguardo dal bambino Gesù a quanto lo circonda, vediamo come accanto a lui ci sono Maria e Giuseppe, uno sposo e una sposa, un papà e una mamma. La festa di oggi ci invita a riflettere sul fatto che Gesù nasce come figlio in una famiglia. L’episodio che abbiamo ascoltato è in parte misterioso, perché narra fatti molto diversi rispetto al vangelo di Luca, il quale racconta che dopo la presentazione al tempio, la famiglia di Giuseppe e Maria fa immediatamente ritorno a Nazareth. Matteo invece, posticipa l’arrivo a Nazareth dopo un tempo di esilio in Egitto, anzi, dalle sue parole sembra quasi che la famiglia sia stata a Nazareth per la prima volta solo allora, senza mai esserci stata prima. Il significato di questo episodio è dato dal costituire un parallelismo tra l’esperienza dell’Esodo vissuto dal popolo di Israele e il percorso della famiglia di Gesù. I riferimenti ad episodi dell’antico testamento e la citazione dei profeti ci fanno vedere la famiglia di Gesù che si lascia guidare dall’Ascolto della Parola di Dio e costruisce i propri passi modellandoli su un disegno che Dio rivela su di loro. Matteo ci dice il modo con cui guardare a Gesù, ci dice che egli è portatore della presenza di Dio, e che con Lui occorre fare un continuo esodo, cioè un uscire da una vita progettata in base al proprio “io” per una vita progettata da Dio. Guardando alla famiglia di Giuseppe e Maria che determinano le proprie scelte ascoltando e attuando quanto ascoltano da Dio, noi oggi siamo invitati a riflettere sulla esperienza del “fare famiglia” tra gli uomini. Riflettendo oggi sulla esperienza della famiglia ci rendiamo conto che essa è molto cambiata rispetto al passato. Ho trovato un testo che faceva questo elenco di problematiche: “l’innalzamento dell’età del matrimonio, la posticipazione del primo parto e la riduzione del numero di figli; la diminuzione dei matrimoni concordatari; la moltiplicazione delle famiglie di fatto e dei figli nati fuori dal vincolo matrimoniale; l’incremento di separazioni e divorzi; l’aumento di nuclei con un solo genitore; la comparsa di matrimoni “misti”.””. Dal vedere i tanti cambiamenti che sono intervenuti nel modo di pensare e di vivere la famiglia non possiamo semplicisticamente concludere che era meglio nei tempi passati, perché, seppure allora la famiglia appariva come un nucleo più stabile, anche allora spesso nascondeva al suo interno situazioni problematiche. Oggi ci appare un progresso il fatto che, diversamente dal passato, la relazione coniugale sorge in forza di una decisione personale e che la relazione è basata maggiormente su un riconoscimento della pari dignità e dei diritti delle persone. Si manifesta però la fragilità della famiglia nel fatto che, nelle relazioni sia coniugali che genitoriali, rimane prevalente la ricerca della realizzazione e del benessere personale. È su questo punto che occorre operare un cambiamento culturale: occorre far maturare una consapevolezza che con la famiglia si realizza una nuova realtà, una piccola comunità, un “noi” che è più dell’io individuale e che il bene del “noi” famigliare è più del bene individuale. Proprio i cristiani che guardano a Gesù presente nella famiglia di Nazareth, hanno la possibilità di aiutare questo cambiamento culturale. La famiglia non può basarsi solo sulla combinazione di due aspettative individualistiche. Fare famiglia è accogliere una chiamata, un disegno di Dio, è costituire una nuova realtà umana nella quale si realizza una partecipazione all’amore stesso di Dio. È questo “più”, il dono della partecipazione all’essere di Dio, che fonda la possibilità di sporgersi verso il bene del coniuge e verso il bene dei figli, rinunciando al bene personale o meglio, facendolo coincidere con l’autentico bene personale. Perché la famiglia possa costituirsi con maggiore solidità occorre saper dire che in quel modo si sta attuando la volontà di Dio, che quello è il modo di vivere l’amore alla maniera di Gesù. il Parroco |