Ha dato potere di diventare figli di Dio

La seconda domenica dopo Natale è liturgicamente difficile, perché arriviamo esausti dopo tante solenni celebrazioni (è la quarta in dodici giorni) e perché, dopo tante parole dette sulla nascita di Gesù, ci chiediamo: che cosa resta ancora da dire? Perché, tanto per complicarci la vita, sono state scelte delle letture che chiederebbero una lucidità di mente e una capacità di introspezione difficili da avere in questi giorni! Magari non andrà bene ai ragazzi che vedrebbero accorciate le vacanze, ma ogni anno mi ritrovo a pensare che era così bella l’idea di celebrare di domenica la festa dell’Epifania. Eppure può essere importante celebrare questa domenica, che ormai ci prepara alla conclusione del tempo Natalizio, per raccogliere alcuni pensieri da custodire, per far sì che finito questo tempo non ritorni tutto come prima.

La prima riflessione da fare è: “ritornare sul significato della nascita di Gesù” per chiederci, non più condizionati dall’onda emotiva dei riti natalizi, “perché per Gesù facciamo tanta festa?”. Proprio le letture difficili che leggiamo in questo giorno ci danno la risposta: Gesù è l’incontro nel quale si rende visibile e vicino alla nostra vita la presenza di Dio. La vita ci pone continuamente delle domande: Chi sono? Da dove vengo? Qual è il mio destino? Solo un principio più grande (trascendente) può darci la risposta a questi interrogativi e non lasciarci in balia dello scorrere casuale degli avvenimenti. Solo un riferimento a Dio può sottrarci allo smarrimento che nasce dall’alternanza di gioie e dolori che sperimentiamo nella vita, nostra e dei nostri cari. Gesù è la persona e la vicenda umana nella quale Dio si è rivelato e donato.

Nella vicenda umana di Gesù di Nazareth si è aperta una finestra sul mistero di Dio: la relazione d’amore tra il Padre e il Figlio nello Spirito Santo si rende visibile e incontrabile nella Sua persona. Gesù è dunque il punto di incontro di un duplice cammino: il cammino dell’uomo, che ricercando una ragione per dare valore alla sua esistenza, ha pensato fosse necessaria la presenza di Dio come sorgente che giustificasse la vita dell’uomo e componesse in unità la contraddittorietà delle sue esperienze; il cammino di Dio, che in fedeltà all’atto creatore ha continuato a cercare l’uomo per ricondurlo al Suo amore. Dio è come Gesù lo ha creduto, e come lo ha rivelato attraverso le sue parole e la sua vita. Dio ha il volto di Gesù, della sua bontà, della sua misericordia, del suo chinarsi sui poveri e derelitti.

È questo volto di Dio che il Natale ci consegna, perché continui ad entrare dentro di noi e a formare il nostro modo di pensare e di vivere. Gesù è anche il volto dell’uomo, come Dio lo ha pensato facendolo a Sua immagine, dell’uomo che realizza in modo più alto i suoi aneliti alla libertà e alla fraternità. Ogni uomo e ogni donna, seguendo Gesù diventa più autentico. Gesù rivela anche il volto dell’uomo e della donna che siamo chiamati a diventare. Nasce ancora pertanto, il compito di rivivere in noi la vita di Gesù, di credere della Sua fede e di amare del Suo amore, compito arduo ma possibile, se ci lasciamo formare dal suo Spirito.

il Parroco