Vi farò pescatori di uomini “Il regno dei cieli è vicino” è l’espressione programmatica con cui Gesù si presenta, iniziando a percorrere le città e i villaggi del territorio della Galilea nord orientale, attorno al lago formato dal fiume Giordano. Il significato di questo annuncio era più comprensibile ai suoi ascoltatori, formati dalla lettura frequente della Bibbia, nella quale i profeti e i salmi proclamavano la regalità di Dio. (“cieli”, è il sinonimo utilizzato per non nominare il nome di Dio). Il significato di queste parole non è altrettanto comprensibile per noi che abbiamo meno consuetudine con l’immagine del re, o comunque, che abbiamo una immagine di re che non ci aiuta a pensare a Dio. Inoltre, secondo il nostro linguaggio religioso, l’espressione “regno dei cieli” ci fa pensare immediatamente a quella vita che si realizzerà dopo la morte, ma questo rischia di creare un equivoco circa il reale messaggio di Gesù. Per comprendere il significato di questa espressione non possiamo che guardare a Gesù, a quello che Lui fa o dice dopo aver esposto con queste parole il suo programma. L’azione di Gesù non rimanda ad una dimensione futura, non riguarda una realizzazione ultra terrena. Gesù elegge la città di Cafarnao a luogo nel quale abitare e incomincia a percorrere le città e i villaggi della zona, parlando dell’amore di Dio e mostrandolo con i suoi gesti di soccorso verso coloro che sono toccati dalla infermità. Da quello che Gesù fa, possiamo dedurre che “Regno di Dio” è quella vita che pone a fondamento la relazione con Dio Amore, riconosciuto come sorgente della vita e senso dell’esistenza di ogni persona. Regno dei cieli è quel modo di vivere che fa dipendere da Dio il criterio con cui vivere ogni circostanza della giornata. Pensare alla vita come lo spazio nel quale Dio regna, significa che la presenza di Dio non è relegata nello spazio sacro del tempio o della sinagoga, non è ridotta al tempo sacro della festa. Se Dio regna, significa riconoscere che la Sua presenza entra a guidare e a determinare il modo di vivere in tutte le circostanze della vita. Accogliere il regno di Dio vuol dire rispondere alla domanda fondamentale su che cosa dà senso alla vita, affermando che la vita acquista senso perché è Dio che con amore ce la dona e con amore ci accompagna in ogni istante della nostra esistenza. Se Dio regna, se si riconosce il Suo amore come il fondamento da cui ciascuno attinge la coscienza della propria identità e dignità, allora viene di conseguenza anche il desiderare e operare perché questa coscienza della propria identità, questo riconoscimento della propria dignità riguardi tutti, soprattutto coloro che dall’esperienza della vita non sono aiutati ad essere consapevoli del proprio valore. Il vangelo racconterà proprio i primi passi di Gesù, il suo andare vicino a tante vite ferite dalla malattia, che emargina, che impedisce un’esperienza bella di vita, il suo tendere la mano a tutti gli afflitti, restituendo loro la possibilità di gioire della vita. Questo modo di pensare a Dio, chiede un cambiamento nel modo di pensare e di vivere. “Convertitevi” a questo modo diverso di pensare Dio, convertitevi a tutte le conseguenze della decisione di far dipendere da Dio la vita: questa è la proposta esigente di Gesù. Vincere la forza del male è dunque lo scopo che guida l’agire di Gesù. Pescare uomini è ciò che Gesù fa, pescare uomini: cioè tirarli fuori dalle logiche di morte in cui spesso sono aggrovigliati. Ma la vita di Gesù è anche una proposta per tutti: Simone, Andrea, Giacomo e Giovanni sono i primi che, incontrando Gesù, riconoscono una promessa grande per la loro vita e lasciano tutto per coinvolgersi nell’avventura di Gesù. C’è uno scopo grande che si può dare alla vita: vivere e adoperarsi perché ogni persona sia riconosciuta nella propria unica e originale dignità; lottare perché si realizzi un mondo giusto per tutti, anticipare nell’esperienza di vita sulla terra, quella vita che Dio un giorno realizzerà quando sarà tutto in tutte le cose. il Parroco |