Se il sale perde il sapore

Per la concomitanza con la festa della presentazione del Signore, abbiamo dovuto tralasciare domenica scorsa, la lettura del vangelo di Matteo, nel quale Gesù iniziava il suo discorso programmatico, con la presentazione delle beatitudini. Conosciamo quel testo con il quale inizia il discorso della montagna: con le otto beatitudini Gesù tratteggia la fisionomia del credente, cioè della persona che pone a fondamento della vita la relazione con Dio, e da Lui fa dipendere i suoi comportamenti. Le beatitudini, che sono il caposaldo del messaggio di Gesù, vanno tenute presenti anche leggendo il vangelo di oggi; infatti, le parole che abbiamo ascoltato sono la continuazione di quel vangelo e ne costituiscono un approfondimento. Gesù si rivolge ai suoi discepoli e a noi, suoi ascoltatori, e ci dice: “se vivete secondo le beatitudini sarete come il sale per la terra, sarete come la luce per il mondo.”

Gesù prende a paragone il sale e la luce perché questi due elementi hanno in comune la capacità di influenzare l’ambiente nel quale sono posti: il sale comunica il suo sapore ai cibi nei quali viene disperso, la luce si diffonde dalla lampada e riflettendosi sugli oggetti e sui muri della stanza rende visibile l’ambiente e le cose in esso disposte. Con queste immagini Gesù ha voluto dire che colui che ha riconosciuto il dono dell’amore di Dio e ha scoperto che credere all’amore dà un significato alla vita, non deve tenere per sé questo amore, ma lo deve irradiare alle persone con cui entra in contatto, perché l’amore diventi un dono anche per loro..

A volte alcuni cristiani hanno la tentazione di costruirsi una città in cui vivere solo tra loro, in modo separato dal mondo, e anche noi corriamo il rischio di costruirci una comunità chiusa, dove stare tra noi che pensiamo tutti allo stesso modo. Gesù chiede di superare questo rischio, proponendoci il mondo, la città dove vivono tutti gli altri uomini, come l’ambiente dove anche noi suoi discepoli, come il sale, dobbiamo essere dispersi. Per la vita della parrocchia, conta molto di più la vita che si vive nelle vostre case o nei posti di lavoro o a scuola rispetto a ciò che si vive negli ambienti parrocchiali. Se a volte si chiede di venire in parrocchia per la preghiera, o per un momento formativo, è proprio per aiutare le persone a vivere da cristiani nei posti dove sono disperse durante la settimana.

Essere sale o essere luce, non significa fare uno sforzo o cercare di apparire, come quando da ragazzi ci dicevano di dare il buon esempio. Gesù dice: se il sale ha sapore, dà sapore; se uno è abitato dal bene trasmetterà agli altri il bene che lo abita.

Ci sono altre caratteristiche del sale che ci possono essere utili per la nostra riflessione: il sale, usato in giusta misura arricchisce il sapore di ogni cibo, ma ogni alimento conserva il suo specifico sapore, tanto che un po’ di sale serve anche nei dolci, che hanno il sapore opposto a quello del sale; se noi cercassimo il sale nell’alimento al quale lo abbiamo mescolato, non lo troveremmo più, esso sembra totalmente scomparso, ma la sua presenza c’è e si nota dal sapore dato ad ogni cosa. Il nostro andare verso gli altri, è per arricchire gli altri di bene, far crescere in loro dei valori, non è necessario che vengano ad arricchire le nostre fila per far crescere di numero la nostra comunità. Gesù dice: “perché rendano gloria al Padre”, non che entrino tutti nella Chiesa. Il sale scompare, però ha dato sapore alle cose. Pensiamo a quanto oggi marchiamo la nostra identità, a come abbiamo bisogno di mettere i nostri simboli o le nostre sigle alle varie iniziative: siamo a volte più attenti a riprodurre noi stessi che a far crescere il bene.

il Parroco

Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.

Beati gli afflitti, perché saranno consolati.

Beati i miti, perché erediteranno la terra.

Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.

Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.

Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.

Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.

Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.

Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.

Matteo 5,3-12