Lazzaro, vieni fuori!

Con questa domenica arriviamo all’ultima tappa dell’itinerario della quaresima; domenica prossima, con la celebrazione dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme, accolto dalla gente che agita rami di palma, entreremo nella settimana santa. Oggi la chiesa ha scelto di offrire alla nostra lettura l’episodio della resurrezione di Lazzaro, per offrirci uno spunto di riflessione sul battesimo e rappresentare l’esperienza che anche noi siamo chiamati a vivere in occasione della Pasqua. Anche questo Vangelo non è di facile lettura, perché troviamo in esso alcune incongruenze, infatti l’evangelista narra l’episodio volendo esprimere, con linguaggio profondo, l’identità di Gesù. Questo vangelo ci risulta difficile perché, anche in questo caso, possiamo riconoscere che si incrociano tre piani di narrazione: il primo è quello che riguarda l’azione di Gesù nei confronti di Lazzaro, il secondo è la rivelazione di chi è Gesù e come in questo episodio già possiamo vedere il suo percorso pasquale, il terzo riguarda “i lettori del vangelo”, cioè noi, che possiamo trarre insegnamento immedesimandoci con Lazzaro, anche noi ben chiusi nei sepolcri mortiferi dell’egoismo, e Gesù che ci dice: “esci fuori dal sepolcro che ti soffoca”.

Per quanto riguarda ciò che è accaduto a Lazzaro, possiamo sottolineare la profonda umanità di Gesù che vive per Lazzaro una intensa amicizia; le sorelle mandano a dire: “colui che ami è malato”, la gente sottolinea: “guarda come lo amava”, per Lazzaro morto, Gesù piange. Anche di fronte a Lazzaro morto, Gesù vive nella luce della sua relazione col Padre, che sa essere un Padre che ama di un amore irrevocabile, e per questo Dio è datore di vita. Gesù rende visibile l’amore che riceve dal Padre compiendo un segno che mostra la verità di questo amore, capace di dare vita anche attraverso la morte.

Per quanto riguarda Gesù, la morte di Lazzaro è un fatto che fa intravvedere il momento nel quale lui stesso si troverà di fronte alla morte. Secondo il vangelo di Giovanni, la resurrezione di Lazzaro accresce il contrasto tra Gesù e i giudei, e accelera la decisione della sua condanna a morte. La fiducia nel Padre che ama, che egli constata vera nel segno della resurrezione di Lazzaro, lo sosterrà al momento della morte; sperimenterà ulteriormente la verità di questo amore poiché non resterà abbandonato nel sepolcro. Se la resurrezione di Lazzaro è soltanto un segno, perché Lazzaro poi nuovamente morirà, la resurrezione di Gesù sarà ben altra cosa, egli infatti entrerà in quella vita piena che non muore più.

Per quanto riguarda noi, il racconto ci invita a pensare che anche noi viviamo nella prospettiva di trovarci un giorno di fronte alla morte. Se siamo guidati dal pensiero che la vita è solo ciò che viviamo nella vita terrena, e che essa consiste soltanto nella felicità che riusciamo a conquistarci con una vita di benessere e di successo, la morte non può che apparirci come un muro invalicabile, come un ladro che viene per rubarci la vita. La morte ha la sua forza distruttrice quando ci paralizza con la paura, quando incombendo su ciascuno di noi, ci fa rinchiudere nell’egoismo, in preda alla frenesia di salvare noi stessi, di pensare di prolungare al massimo la nostra sopravvivenza. C’è un modo di vivere che è “vivere all’insegna della morte” ed è il modo di vivere che in realtà è un morire, cioè quando si vive la morte come paura, quando si vive barricati nell’egoismo, quando si vive tenendo tutto per sé. Se entra invece dentro di noi la fede nell’amore del Padre che Gesù ha testimoniato di fronte alla morte di Lazzaro, se facciamo entrare l’amore del Padre che si è mostrato pienamente efficace nella resurrezione di Gesù, allora anche noi saremo risorti, saremo uomini liberi, non più imprigionati dalla paura della morte. Si vive veramente quando si è abitati dalla fiducia nell’amore assoluto e infinito di Dio, così, anche di fronte alla vita che diventa fragile, di fronte a qualunque circostanza avversa, si può rimanere nella pace e nella serenità. Soprattutto se si vive illuminati dalla fede nell’amore di Dio per noi, si avrà la forza di vivere amando. Se la morte è: “rinchiudersi nell’egoismo”, la resurrezione è: “donarsi nell’amore”.

il Parroco