Lasciate che l’una e l’altro crescano - Mt 13, 24-43 Se avessimo chiesto a Gesù, quale fosse lo scopo che guidava tutta la sua predicazione, quale l’intento che lo portava a percorrere tutti i villaggi della Galilea, a guarire i malati e a perdonare i peccatori, egli probabilmente avrebbe risposto: “Io sono venuto e sto operando per annunciare e rendere presente il Regno dei Cieli”. “Regno dei cieli”, o l’equivalente espressione degli altri evangelisti “Regno di Dio”, è la formulazione sintetica che Gesù utilizzava per descrivere la missione che guidava la sua vita. Capiamo il significato della frase se osserviamo l’opera di Gesù: infatti, dalle sue parole, possiamo dedurre che la costruzione del Regno coincide con la Sua persona e con la sua vita; è attraverso di Lui che il Regno di Dio si rende presente in mezzo agli uomini. Dal modo concreto con cui egli opera, dalle sue stesse parole, possiamo capire che il Regno di Dio è la vita che si realizza quando si accoglie la presenza di Dio Amore e si vive in relazione con la Sua persona. Con le parabole di oggi, Gesù ci presenta il seguito della vicenda del seme. Potremmo partire dalle due piccole parabole del granello di senape e del lievito. L’insegnamento di queste parabole ci viene dal dinamismo presente sia nella crescita della senape, (il seme piccolo genera un arbusto grande, sproporzionato rispetto al seme), sia dal lievito, (quando esso fermenta, crea una massa di pasta che è il doppio di quella iniziale). Con riferimento alla nostra vita e al Regno di Dio, queste parabole significano che quando si accoglie l’annuncio dell’amore di Dio e si fa entrare nel profondo del cuore, si vive un cammino per cui la vita è sempre più trasformata. Se una persona inizia a vivere alla luce dell’amore di Dio, di conseguenza inizia ad amare e ama sempre di più, tanto che l’amore compenetra tutto quello che fa. Riflettere sul granellino di senape ci porta a chiederci se possiamo riconoscere una crescita della nostra vita cristiana, se possiamo dire che ora viviamo di più secondo il vangelo rispetto a cinque o dieci anni fa. Con la parabola della zizzania, Gesù insegna che la crescita della presenza del regno non avviene in modo lineare, continuo e progressivo, come in ogni relazione ci sono alti e bassi e la relazione può crescere o fallire. L’insegnamento è dato dal giudizio che il padrone del campo dà: “Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme”. Possiamo applicare questo insegnamento ai cristiani che sono nel mondo accanto ad altri che vivono secondo criteri o valori diversi dai loro: è un invito a non scandalizzarsi della diversità, a non pretendere una società tutta cristiana, a credere alla forza della testimonianza. Applicando questa parabola alla vita personale, ci invita a non scandalizzarci nel vedere che anche in noi c’è il peccato. La penetrazione dell’amore nella nostra vita non può che avvenire con gradualità e attraverso un lavoro che prevede anche l’errore, poiché cresciamo proprio ricominciando continuamente dal nostro peccato. il Parroco |