«Di questo voi siete testimoni» - Lc 24,35-48

Gesù risorto vive una vita assolutamente nuova, che non è quella vissuta prima di morire, ma vive una nuova esistenza che è quel modo di vivere trascendente e soprannaturale nel quale vive Dio. Poiché non vive più secondo la vita terrena, legata alla materia e al tempo, in realtà non ha più bisogno di mangiare. Se gli apostoli raccontano che Gesù risorto si è mostrato a loro mentre mangiava, è per dire la loro fede sicura nella resurrezione, e il loro essere certi che Gesù risorto è veramente lo stesso Gesù che avevano conosciuto vivo, lo stesso Gesù che avevano visto morire appeso alla croce.

Il racconto evangelico documenta che gli apostoli non hanno creduto immediatamente, anzi, loro stessi si mettono in cattiva luce riportando il rimprovero di Gesù alla loro incredulità. Solo a poco a poco sono arrivati a riconoscere che Gesù era veramente risorto; questo loro cammino è una garanzia per noi: se loro stessi hanno stentato a credere, se hanno avuto tanti dubbi, ma poi sono arrivati alla fede, e se in forza di questa fede hanno affrontato la persecuzione e il martirio, possiamo pensare che non siano stati dei creduloni facili alla suggestione, ma devono essere stati dei testimoni di una esperienza fondata, che li ha portati a credere che Gesù era vivo.

La resurrezione è il sigillo che il Padre mette sull’intero percorso di vita di Gesù, attestando con quel segno che la sua intera avventura umana è stata l’evento nel quale Dio massimamente si è rivelato e donato agli uomini. La resurrezione significa che proprio Gesù è la vera immagine di Dio. Con la resurrezione Dio Padre riconosce che nell’esistenza di Gesù si è finalmente compiuta la vera immagine dell’uomo pienamente conforme alla Sua volontà, quell’immagine dell’uomo come Egli l’aveva sognata fin dall’inizio della Creazione.

Possiamo anche noi credere alla risurrezione perché ci appare attendibile la testimonianza che gli apostoli hanno dato di questo evento, com’è stato narrato nei vangeli. Crediamo alla resurrezione di Gesù, perché appare luminosa quella vita vissuta fino all’ultimo nell’amore, il suo soffrire e morire continuando a perdonare, unica alternativa a un modo di vivere dominato dalla forza e dall’odio.

Ciò che in ultimo giustifica la nostra fede nella risurrezione di Gesù è la vita che proprio in forza di quella fede hanno vissuto i santi. Ci aiuta a credere alla resurrezione il fatto che per la fede in Lui alcuni uomini hanno saputo vivere allo stesso modo di Gesù, anche loro capaci di amare e perdonare.

Anche noi, guardando alla risurrezione di Gesù, possiamo trovare energie per una vita che sentiamo capace di generare la gioia.

La fede nella risurrezione ci fa vivere coltivando una dimensione più profonda della vita, un modo di vivere che supera la percezione più superficiale e immediata della realtà, quella dimensione che percepiamo attraverso l’incanto di fronte alla bellezza. È la fede che ci educa a cogliere nella bellezza la via che ci avvicina a Dio.

La fede nella risurrezione ci fa vivere un cammino di ricerca della vera libertà, perché ponendo a fondamento della vita la verità di Dio amore, possiamo giudicare come relativa ogni altra proposta che pretenda di garantirci la felicità nella vita terrena.

La fede nella risurrezione, rivelandoci la vittoria di colui che è stato crocifisso, ci fa sentire quanto ancora brucia l’ingiustizia che continua anche oggi a costruire croci da mettere sulle spalle degli altri, soprattutto dei poveri.

La fede nella risurrezione dà la forza per affrontare la vita quando si incammina per le strettoie della sofferenza, perché illuminati dalla fede, uomini e donne sanno ancora sorridere anche di fronte al dolore.

La fede nella resurrezione, rivelandoci che la parola ultima della vita è la parola dell’amore di Dio, ci dà la forza per amare e vivere senza il bisogno di tenere o accumulare per sé, ma sapendo condividere con i più poveri.

Vivendo in questo modo, anche noi saremo oggi testimoni della resurrezione.

il Parroco