Lo Spirito della verità vi guiderà - Gv 15,26-27;16.12-15

Se confrontiamo il racconto della discesa dello Spirito Santo che abbiamo ascoltato nella prima lettura, con l’esperienza religiosa di Israele raccontata nell’Antico Testamento, ci accorgiamo che i segni che palesano la presenza dello Spirito, richiamano la manifestazione di Dio a Mosè sul monte Sinai. Quando Dio si è rivelato a Mosè, il monte era avvolto da bagliori e sembrava che si fosse scatenata una tempesta da incutere paura al popolo che guardava da lontano. Proprio dal considerare il significato di questi segni, comprendiamo che l’avvenimento della Pentecoste è una manifestazione della presenza di Dio.

Nel testo originale scritto in greco, il termine equivalente a Spirito è la parola “Pneuma” che ha il significato sia di “vento” sia di “respiro”; da questo nome deriva anche il termine “pneumatico”, perché le ruote dell’automobile sono gonfie di aria. Proprio dal significato della parola “Pneuma” possiamo comprendere l’azione dello Spirito Santo. Il vento ha una forza straordinaria, sembra essere incontenibile, esso s’insinua e penetra anche nelle fessure più sottili. Ne facciamo esperienza nella casa parrocchiale di Santa Maria di Nazareth, quando, come ieri, soffia il vento da tramontana che alza la sabbia della spiaggia e ci troviamo la casa riempita di terra. Gesù stesso parlando a Nicodemo, ha proprio paragonato lo Spirito al vento dicendo: “Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito.” Anche la parola “respiro” ci aiuta a comprendere l’opera dello Spirito Santo. Attraverso il respiro noi introduciamo nei polmoni aria ricca di ossigeno, con un particolare procedimento avviene uno scambio per cui il sangue si arricchisce di ossigeno e cede anidride carbonica: è la funzione della respirazione, un’attività vitale per il nostro organismo. Attraverso il respiro avviene che l’ossigeno, di cui speriamo sia ricca l’aria che è fuori di noi, entra in noi, e unendosi al sangue diventa l’energia che permette alle cellule di vivere.

Lo Spirito ha la qualità del respiro, penetra nell’anima umana e crea in essa l’immagine di Dio, facendo in modo che Dio non sia più una presenza esterna all’uomo, ma diventi una presenza interiore. Lo Spirito può entrare in noi e diventare una luce e una forza interiore perché c’è già in noi una capacità di accogliere Dio, una sorta di connaturalità con Lui: è ciò che il racconto della creazione afferma quando dice che l’uomo è fatto a immagine di Dio. Sento che questo pensiero può essere difficile, ma lo ritengo molto importante, decisivo per comprendere veramente la vita cristiana. Alcuni pensieri di S. Agostino esprimono bene questo concetto: “E tu eri più dentro in me della mia parte più interna (Tu autem eras interior intimo meo) e più alto della mia parte più alta”.“Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai. Sì, perché tu eri dentro di me e io fuori. Lì ti cercavo”. Per gli apostoli, Gesù era la presenza di Dio, ma era esteriore stando accanto a loro; con lo Spirito Santo Gesù risorto diventa una presenza interiore, che abita in noi e da dentro ci comunica la forza che ci permette di agire come Lui.

Dal considerare l’opera dello Spirito Santo scaturisce la consapevolezza che al primo posto dell’azione cristiana sta la “vita spirituale”, cioè l’entrare in noi stessi e, scendendo nel profondo della nostra coscienza, stare in ascolto dello Spirito, che in noi fa sentire la sua voce. La vita della nostra società, proiettandoci sempre fuori di noi nel rumore esteriore, non facilita la vita nello Spirito. Per questo occorre educarci al silenzio, per imparare l’ascolto dello Spirito. La vita di “discepoli di Gesù” ci chiede di non mettere al primo posto la nostra iniziativa, ma di lasciare spazio all’azione dello Spirito Santo, che accogliamo quando stiamo in ascolto della Parola di Dio e quando ci apriamo all’efficacia dei Sacramenti. Il pellegrinaggio più importante è quello interiore, cioè il percorso di cui parla Gesù quando ci invita a entrare in noi stessi e stare nel segreto in ascolto di Dio. Dall’attenzione allo Spirito, si formuleranno in noi quelle consapevolezze che sapranno guidare la nostra vita.

il Parroco