Chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti - Mc 10,35-45

Dopo aver letto il vangelo, possiamo avere l’impressione di trovarci di fronte al racconto di un episodio già ascoltato. È proprio così, abbiamo ascoltato un episodio molto simile nella liturgia della venticinquesima domenica il 20 di settembre. Nel fatto raccontato allora, si diceva che gli apostoli discutevano tra loro su chi fosse il più grande nel gruppo; in questo caso si tratta dei fratelli Giacomo e Giovanni che chiedono i posti d’onore accanto a Gesù, suscitando la reazione sdegnata degli altri. Il fatto è ancora più sorprendente, se si pensa che ormai Gesù ha iniziato il cammino verso Gerusalemme e apertamente sta dicendo che la sua vita attraverserà la sofferenza e la morte per approdare alla gloria della resurrezione. La disputa, che ancora una volta anima il gruppo degli apostoli, corrisponde a una problematica presente nell’animo di ogni persona e per questo ricorre in modo così insistente anche tra gli apostoli. Gesù non rimprovera gli apostoli perché manifestano il desiderio di vedere riconosciuta la loro preziosità, è un bisogno proprio della persona quello di voler essere consapevole della propria grandezza. A volte si è voluto presentare il cristianesimo come la religione che propugna l’annullamento e il disprezzo di sé, è fondamentale invece che ognuno abbia stima e rispetto per se stesso. Educare al giusto amore a se stessi è molto importante nei confronti dei ragazzi e degli adolescenti, che vivono il periodo dell’elaborazione della propria identità; dall’aver maturato la stima di sé deriva la riuscita nei diversi percorsi di vita. Ciò che fa indignare Gesù, è che la grandezza è cercata nel confronto con gli altri, cioè l’affermare che si è grandi perché si è più in alto degli altri in qualche classifica. Non è necessario fare riferimento al penoso spettacolo che i nostri politici ci offrono quotidianamente, molti sembrano avere come unico scopo il vedersi garantito un posto di potere e il privilegio economico. Possiamo pensare più semplicemente alla ricerca delle nostre piccole vittorie sugli altri: da noi preti in gara per qualche bottone rosso, agli sposi in gara per chi decide le scelte familiari, alla competizione per chi merita la gratifica sul posto di lavoro e così via. A questo modello di vita Gesù contrappone se stesso e il progetto da lui maturato, progetto che avrà proprio di fronte alla sofferenza la sua più alta realizzazione: “Il Figlio dell’uomo, infatti, non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita”.

Gesù presenta un diverso modo di pensare alla propria grandezza, pone a suo fondamento la relazione con Dio che sente come il Padre che l’ha generato e che lo ama di assoluto amore. Dalla fiducia riposta nel Padre, deriva la libertà con cui Gesù affronta tutte le circostanze della vita, non si esalta quando la folla lo acclama, non si deprime quando i discepoli lo abbandonano, non si sconcerta quando incombe la minaccia dei suoi nemici. L’amore del padre si riflette nella sua vita: Gesù sa di dover far vivere l’esperienza dello stesso amore a ogni uomo che incontra, per questo si china verso ogni persona sofferente, per questo va a cercare i peccatori, per questo continuerà ad amare anche di fronte all’odio di chi lo uccide. Servire è dunque il verbo che sintetizza la vita di Gesù: dare a tutti l’amore che egli riceve, offrire a tutti la possibilità di vivere come lui nella coscienza di essere amati, raggiungere con il suo amore coloro che dalla vita non hanno amore. Anche ai discepoli, che attraverso Gesù hanno fatto l’esperienza dell’amore di Dio, egli propone di vivere secondo il suo stesso progetto: l’amore che hanno ricevuto è un dono da restituire amando a loro volta. L’amore di Dio che hanno sperimentato è amore per tutti. Nasce dunque la responsabilità di essere “strumento” perché questo disegno si realizzi, perché tutti possano fare l’esperienza di essere amati. “Servire” è allora anche il verbo che deve caratterizzare la vita di ognuno di noi, se vogliamo diventare discepoli di Gesù.

il Parroco