Gesù prese la ferma decisione - Lc 9,51-62

Dopo la professione di fede formulata da Pietro, (che ha proclamato Gesù il “Cristo”, cioè il Messia che Israele attendeva) avviene un cambiamento, che Luca l’evangelista fa notare con Parole molto solenni: “Prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme”. Fino ad allora il cammino di Gesù si era svolto andando da est a ovest nel territorio della Galilea, ora invece punta decisamente a sud, verso il territorio della Giudea e a Gerusalemme, capitale politica e religiosa degli israeliti. Possiamo cercare nel vangelo di oggi un approfondimento di quanto abbiamo detto nel commento di domenica scorsa e continuare la riflessione sull’amicizia con Gesù, o come diceva il testo di domenica, sull’invito ad andare dietro a Lui.

Penso che il racconto del vangelo che abbiamo ascoltato, abbia fatto nascere molta perplessità. Mi lascia perplesso la reazione di Gesù di fronte a quel primo discepolo che generosamente si offre disposto a seguirlo ovunque. Gesù non si presenta per niente contento di questa nobile dichiarazione, anzi cerca di distoglierlo da questo proposito, descrivendogli tutte le difficoltà che avrebbe poi incontrato. Mi lascia ancor più perplesso la rigidità di Gesù che nei confronti di altri due, chiamati alla sua sequela, proibisce addirittura di compiere il doveroso gesto della sepoltura o del congedo dal proprio padre.

Proviamo a chiarire questa perplessità raccogliendo dai vari episodi alcune caratteristiche di quell’esperienza che abbiamo chiamato “amicizia con Gesù”.

Dall’incontro con i samaritani raccogliamo la prima caratteristica che è la libertà. Gesù reagisce severamente contro gli apostoli che vorrebbero incenerire il villaggio che non lo accoglie, accetta invece il rifiuto di quella gente semplicemente volgendosi altrove. La relazione con Gesù non è un obbligo, ma una scelta della libertà; occorre imparare a sostenere questa scelta anche di fronte a chi non riesce a condividerla.

Gesù poi frena bruscamente l’entusiasmo di quello che con slancio generoso e ingenuo si offre per seguirlo ovunque sarebbe andato, mettendolo schiettamente di fronte alle difficoltà che avrebbe incontrato e le rinunce conseguenti, senza una casa, senza un morbido cuscino su cui riposare. Da questo episodio comprendiamo che seguire Gesù non è un’iniziativa del soggetto, che poi si può ascrivere a proprio merito e della quale ci si può vantare. Una scelta che nasca solo da noi è soggetta a essere facilmente cambiata quando finisce l’entusiasmo, quando non appaia più conveniente. La sequela è prima di tutto dono, è una Sua chiamata e una Sua iniziativa da accogliere con meraviglia e della quale si deve essere grati. Gesù vuole dei seguaci consapevoli, che sanno valutare tutte le conseguenze che la scelta di seguirlo ha poi sulla vita pratica di ogni giorno. Non ci si deve accontentare di una fede teorica formulata con le parole, ma la fede si vede dalla coerenza dei comportamenti..

Particolarmente ci sconcerta la severità di Gesù, che sembra proibire persino di compiere un gesto doveroso come la sepoltura del proprio padre e il congedo dai propri familiari. Penso che l’errore condannato da Gesù sia manifestato dalla parola “prima” che i due discepoli utilizzano, pensando che seppellire il padre o congedarsi dai familiari sia qualcosa di alternativo al seguire Gesù. Ciò che in realtà Gesù condanna è il pensare alla vita divisa in settori, come se il settore della relazione con Lui stia accanto al settore delle relazioni familiari, accanto al tempo dedicato al lavoro, accanto al tempo libero. La relazione con Gesù non è accanto ad altro, ma costituisce il centro, che dà poi il punto di vista con cui vivere ogni cosa. Io penso che Gesù non intendesse dire che seppellire il padre fosse una cosa da non fare e la volesse proibire, come penso che non ritenesse il congedarsi dai familiari una cosa da non fare, ma che fosse sbagliato viverla come una alternativa a seguirlo e ad annunciare il vangelo. Non ci sono cose cristiane e cose profane, tutto è buono se vissuto con i criteri che derivano dalla relazione con Gesù.

il Parroco