Va a metterti all’ultimo posto - Lc 14,1.7-14 La prima impressione che abbiamo di fronte al vangelo di oggi, è quella di trovarci davanti ad una norma del galateo sul comportamento da tenere in occasione di un invito a un banchetto. Riflettendo poi in modo più attento, siamo colti da meraviglia al pensiero che Gesù voglia insegnarci le buone maniere da tenere in società. Ancor più ci stupisce che Gesù suggerisca di scegliere l’ultimo posto, ma di avere nel cuore l’attesa, che chi ci ha invitato, venga poi a dirci di occupare un posto più avanti nella graduatoria dei meriti. Il pranzo, cui Gesù è stato invitato e durante il quale nota che gli invitati si contendono i posti di onore, è un pasto festivo, quello del giorno di sabato successivo alla preghiera nella Sinagoga. Esso è perciò paragonabile al nostro pranzo festivo della domenica. È molto importante, come segno della nostra vita cristiana e anche come fatto che educa i ragazzi a valorizzare la domenica, che il pasto della festa si distingua da quello di tutti i giorni. C’è però un segnale che deve metterci in allerta e farci pensare che l’insegnamento di Gesù riguardi tutt’altro: l’evangelista introduce la parola di Gesù avvertendo che si tratta di una “parabola”; ora una parabola ha sempre il valore di dare un insegnamento generale sulla vita e mai su una circostanza particolare. Un secondo segnale ci deve far pensare ed è che nel suo insegnamento Gesù non si riferisce più a un pasto, pur importante perché fatto nella casa di un notabile della città in occasione del sabato, ma parla di un pranzo di nozze. Le nozze sono un’immagine ricorrente nell’Antico Testamento, usata da molti profeti, per rappresentare la vita vista alla luce della relazione con Dio. Per affrontare la vita, occorre essere consapevoli di essere titolari di una dignità, di occupare un posto rilevante, di essere persone riconoscibili per la loro preziosità. Possiamo immaginare l’angoscia di quelle persone che non sono riuscite a raggiungere un’attività lavorativa o a realizzare una propria famiglia, che hanno forte la percezione di non essere pari agli altri, di non essere alla loro altezza. Ci sono persone, infatti, che su di loro sentono espresso dalla società il giudizio: “Per te non c’è posto”. Gli educatori e i genitori sanno come sia importante, soprattutto nel tempo dell’adolescenza, comunicare un messaggio di fiducia ai figli per aiutarli a vincere quel dubbio (che facilmente s’insinua nel cuore dei giovani) di non essere contenti di se stessi, di non essere contenti della vita. Alcuni di noi hanno conquistato con grande sofferenza e con molta fatica la consapevolezza di avere un posto nella vita, partendo dall’esperienza di non essere pari agli altri per il ceto sociale della propria famiglia, per le proprie capacità scolastiche o per le proprie attitudini sportive. L’atteggiamento che è dominante nel comportamento sociale è che il posto nella società ognuno se lo conquista con le proprie capacità, entrando nel campo della competizione con gli altri e potrà essere consapevole della propria preziosità, nella misura in cui sale in alto in una delle varie graduatorie con le quali si classificano le persone. Anche nel cammino religioso si può insinuare la logica della meritocrazia, sino a farci pensare che siamo noi col nostro sforzo a meritare la benevolenza di Dio. Lc 14,7-11: Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: « [...] quando sei invitato, va' a metterti all'ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica "Amico, vieni più avanti". Allora avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato ».
Gesù ci dice: “Non devi credere che ti puoi costruire da te il posto nella vita e non te lo costruisci semplicemente perché puoi dire di essere un po’ più in alto degli altri”. Gesù, attraverso la parabola dice che il posto è dato da Colui che ha fatto gli inviti per il banchetto. Per questo possiamo dire che "il posto nella vita non lo diamo, ma ci è dato". Ognuno vale perché Dio gli ha dato la vita per amore. "Ognuno ha posto perché Dio lo ama". Arrivare a questa consapevolezza, significa illuminare di una luce nuova la vita. Si può essere socialmente all’ultimo posto ed essere nella gioia, perché si sa di essere al primo posto nel cuore di Dio. il Parroco |