A lui sarà dato il nome di Emmanuele - Mt 1,18-24 Per l’evangelista Matteo e per la sua comunità, composta prevalentemente da cristiani provenienti dall’ebraismo, è molto importante comprendere e dare testimonianza a Gesù, paragonando la sua vita agli avvenimenti e alle profezie contenute nell’Antico Testamento. Questa ricerca delle coincidenze tra la vita di Gesù e la Sacra Scrittura, si mostra particolarmente rilevante nei racconti della nascita, anche adattando il testo antico ai fatti, e i fatti al testo. Continuamente l’evangelista commenta i fatti, rilevando che ciò è avvenuto perché si compisse quanto detto dal profeta; questa annotazione ricorre ben cinque volte nei primi due capitoli. In particolare, nel testo proposto oggi dalla liturgia, possiamo notare come questo scopo sia prevalente fino a tradire quanto da lui stesso annunciato all’inizio. Matteo all’inizio dice: “Così fu generato Gesù”, ma poi non dice niente di quando o come o dove sia nato, fatti che per noi sarebbero interessanti. Matteo 1,18-24 : « Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Due sono gli aspetti che interessano a Matteo: il primo fa riferimento al re Davide. Quando Davide raggiunge il consolidamento del Regno, pensa di costruire il tempio a Dio. Il profeta Nata gli riferisce la volontà di Dio: “non Davide costruirà una casa a Dio, ma Dio costruirà una casa a Davide, cioè una discendenza, il cui regno sarà stabile per sempre” per San Matteo è più importante Giuseppe che, sebbene non sia lui il padre reale di Gesù, dandogli il nome, lo riconosce davanti alla legge come suo figlio, ed essendo Giuseppe chiamato “figlio di Davide”, anche Gesù a sua volta, sarà considerato della discendenza del grande re. Si può allora riconoscere in Gesù realizzata la profezia: è lui il discendente di Davide destinato a regnare per sempre. Con questo racconto Gesù è anche riconosciuto come colui che realizza la profezia di Isaia, quando aveva annunciato che dalla discendenza di Davide sarebbe sorto un germoglio sul quale si sarebbe posato lo Spirito del Signore. C’è poi un’altra profezia che viene richiamata in questo episodio, quella sempre di Isaia che dice ad Acaz: “una Vergine concepirà e partorirà un bambino che sarà chiamato Emmanuele.” Gesù nasce da Maria che concepisce per opera dello Spirito Santo; la nascita di Gesù realizza alla lettera la profezia di Isaia. Matteo prende due testi di Isaia nei quali si parla del Messia e fa vedere come si realizzino in Gesù. Attraverso la messa in rilievo di queste profezie che si attuano nella nascita di Gesù, Matteo annuncia ciò che ha scoperto quando ha incontrato Gesù, vissuto il passaggio Pasquale e che attraverso tutto il Vangelo vuole testimoniare: “Gesù è il Messia atteso dal popolo di Israele, in Lui si compiono le antiche promesse”. Matteo usa il linguaggio che ha a disposizione per parlare di Gesù, indicandolo come il Messia atteso da Israele, vuole dire che Gesù gli ha cambiato la vita, illuminandola di un significato nuovo. Con Gesù ha scoperto la misericordia di Dio che perdonava i suoi peccati, ha trovato fiducia e speranza verso il futuro. Gesù, aprendo gli uomini a una nuova relazione con Dio, apre nuovi orizzonti alla vita. Operando per il riscatto e la liberazione dei poveri, Gesù indica vie di solidarietà e di giustizia per la società umana. Questa parola diventa molto importante anche per noi. Natale è festa di tutto il mondo, non solo dei cristiani. Natale ha tanti significati, per esempio c’è il Natale della pubblicità. C’è il Natale di Babbo natale. Allora dobbiamo farci la domanda: “Perché faccio festa a Natale?” “Per chi faccio festa a Natale?”. Noi dovremmo dire che al centro del Natale c’è Gesù, che è Lui il motivo della festa. Facciamo festa perché abbiamo riconosciuto attraverso Gesù che Dio è Amore, e che da Lui deriva per noi il senso che diamo alla vita. il Parroco |