È bello per noi essere qui - Lc 9,28b-36 Festa della "Trasfigurazione del Signore" Il sei agosto la Chiesa celebra la festa della Trasfigurazione del Signore, e la parola di Dio ci invita a meditare tale avvenimento. Il fatto descritto dal Vangelo è pienamente comprensibile se lo confrontiamo con i racconti dell’Antico Testamento, in particolare con gli episodi nei quali sono avvenute le manifestazioni divine. Prima di tutto appare di particolare valore il segno del monte sul quale l’avvenimento accade, perché “il monte” è il luogo dell’incontro con Dio; il monte che si alza dalla pianura verso il cielo, dà l’impressione di essere più vicini alla presenza di Dio. Salire sul Tabor, questa ripida collina che si eleva nella pianura della Galilea, poco distante da Nazareth, permette in poco tempo di sottrarsi alla confusione del contatto con la gente, per ritrovarsi nel silenzio e nella solitudine. Dall’alto di quel monte lo spettacolo è impressionante, si può girare lo sguardo a 360 gradi e abbracciare con gli occhi tutta la Galilea. Possiamo davvero credere che fosse un luogo frequentato da Gesù. Poi c’è il segno della luce: è naturale rappresentare la presenza di Dio con la luce che illumina, abbaglia e scalda. Invece le tenebre sono segno opposto, cioè l’assenza di Dio. Anche il monte, dove Mosè sale per ricevere le tavole della legge è tutto avvolto da bagliori e a contatto con Dio il volto di Mosè rimane luminoso, tanto che per giorni deve mettere un velo sulla faccia perché si possa parlargli senza rimanere abbagliati. Di particolare valore sono anche la presenza di Mosè e di Elia, profeti dei quali nella Scrittura si dice che hanno visto Dio. Di essi non si racconta che siano morti, ma che abbiano vissuto una sorta di assunzione al cielo. Il vangelo di oggi Luca 9,28b-36 : « Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quello che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto. ». La trasfigurazione è uno dei modi in cui Dio si manifesta Da tutti questi elementi possiamo dedurre che ci troviamo di fronte a una “Teofania”, cioè una manifestazione della presenza di Dio, e questa manifestazione si realizza nella persona di Gesù. A confermare la verità di questa affermazione interviene poi la voce divina, che dalla nube luminosa proclama Gesù come suo Figlio, l’amato, ed invita ad ascoltarlo. Comprendiamo la domanda di Pietro, che chiedendo di poter fare tre tende,vorrebbe fermare quel momento e renderlo definitivo. Scendendo dal monte Gesù mette in relazione la Trasfigurazione con la sua morte e risurrezione, infatti solo allora avverrà la vera trasfigurazione, e nella persona di Gesù si manifesterà la presenza di Dio. La trasfigurazione è dunque una preparazione e un aiuto per vedere la presenza di Dio nell’amore che illumina di senso il dolore, nell’amore che perdona anche chi lo uccide, nell’amore che si consuma per generare vita; tutto ciò si realizzerà nella Pasqua di Gesù. Trasfigurazione è uno sguado diverso: quello dell'innamorato Ecco il messaggio della festa: cercare Dio è il senso della vita, nella presenza di Dio l’uomo riconosce le sue origini e il suo destino, dalla relazione con Dio possiamo riconoscere la nostra identità e il nostro valore. Per cercare Dio, per stare alla sua presenza puoi pensare di ritirarti in disparte, di metterti in ginocchio, di immergerti nella preghiera. Se Dio ha il volto di Gesù, si sta alla presenza di Dio quando si rivive la pasqua di Gesù, la sua morte e risurrezione. La piena manifestazione di Dio è quando dalla solitudine e dal raccoglimento della preghiera si arriva a far riaccadere la Pasqua, quando una persona accoglie una croce continuando a fidarsi dell’amore di Dio, quando sa chinarsi su un fratello per alleggerire la sua croce. Se apriamo gli occhi e prestiamo attenzione a ciò che ci accade intorno, possiamo vedere che la presenza di Dio è anche qui, molto vicina a noi. Noi stessi possiamo essere trasfigurati nella presenza di Dio. il Parroco |