Ecco l’agnello di Dio    Mt 3, 29-34

Debbo confessare che, quando mi sono messo di fronte alle letture per preparare una riflessione da offrirvi nella liturgia, mi sono trovato in difficoltà scoprendomi di fronte a testi molto simili a quelli di domenica scorsa e mi sono chiesto: che cosa posso aggiungere rispetto a quello che ho già detto? Dal colore liturgico verde ci accorgiamo di un cambiamento, ma dalle letture che abbiamo ascoltato, abbiamo l’impressione di una domenica fotocopia di quella appena trascorsa. In questa domenica ascoltiamo dal vangelo di Giovanni il racconto dello stesso fatto sul quale abbiamo riflettuto domenica scorsa, in occasione della festa del Battesimo del Signore. Nel racconto di Giovanni non si dice che Gesù sia sceso nel Giordano per ricevere il Battesimo, ma chiaramente la testimonianza del Battista che attesta la discesa dello Spirito Santo su Gesù, ci fa pensare che siamo di fronte allo stesso episodio.


+ Dal Vangelo secondo Giovanni

« In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: "Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me". Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell'acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».
Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell'acqua mi disse: "Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo". E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio». »

Come quando inizia uno spettacolo, la scena si apre con il palcoscenico buio sul quale appare il protagonista avvolto da un cono di luce, cosi, attraverso la visione messianica di Isaia e la testimonianza di Giovanni Battista; un cono di luce avvolge Gesù per dirci che è lui al centro della nostra fede.

Nei primi tre giorni di questa settimana ci siamo radunati insieme tutti i preti della nostra diocesi con il vescovo; è un incontro ormai tradizionale che ci porta, all’inizio dell’anno, a trovarci assieme per fare il punto e rivedere la nostra vita e la nostra azione. La domanda che il relatore ha posto nella prima conferenza ci invitava a riflettere sulla qualità della nostra vita, se ancora siamo contenti della vita che abbiamo scelto. Nella nostra diocesi ci sono sacerdoti che vivono con molta passione il loro ministero e sanno affrontare anche tanti sacrifici, come i parroci delle parrocchie nelle vallate di campagna, caricati di pesi molto gravosi, poiché si devono occupare di molte parrocchie contemporaneamente.

La risposta che ci ha accomunato tutti è la percezione di un crescente disagio per l’aumento del disinteresse nei confronti della fede cristiana, che constatiamo soprattutto nell’abbandono della pratica religiosa, particolarmente dei giovani, ma anche degli adulti, per un modo di vivere e di comportamento che contrasta con il messaggio del vangelo. Nonostante gli sforzi di rinnovamento del catechismo e il rinnovamento della liturgia, non riusciamo ad invertire la tendenza che porta molti a vivere come se Dio non ci fosse. Questo è il disagio che viviamo, non tanto la perdita del potere che era legato al nostro ruolo, quanto piuttosto la percezione di inutilità, l’amarezza di non riuscire a generare dei credenti, di non essere fecondi.

La risposta emersa dall’intenso ascolto delle riflessioni e dal serrato scambio nei gruppi è stata l’affermazione che non è esaurito il dono che Gesù è venuto a fare agli uomini, la sua persona ancora svolge una attrazione nei confronti di ogni uomo.

Puntare su Gesù prima che sul suo messaggio è la linea guida che ci siamo dati nella assoluta convinzione che l’incontro con lui renda la vita più umana e solo nella luce del suo amore sia possibile percepire la vita che si sta realizzando in pienezza.

Guardando a Gesù, legandoci a lui nella fede, possiamo anche noi partecipare della sua identità, assumere la sua stessa coscienza filiale e vincere le nostre paure.

Allora accogliamo le parole del Papa: “Invito ogni cristiano, in qualsiasi luogo e situazione si trovi, a rinnovare oggi stesso il suo incontro personale con Gesù Cristo o, almeno, a prendere la decisione di lasciarsi incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno senza sosta”. “Non c’è motivo per cui qualcuno possa pensare che questo invito non è per lui, perché «nessuno è escluso dalla gioia portata dal Signore».”.

il Parroco