Amate i vostri nemici    Mt 5, 38-48   

Domenica scorsa, riflettendo sul vangelo abbiamo considerato che la vita ci assegna un compito: a ogni persona non basta semplicemente vivere, (voglio dire mantenersi in vita alimentandosi e difendendosi dalle malattie) occorre anche dare una direzione alla vita, orientare la vita verso un significato. La direzione da dare alla nostra vita, la scelta dei valori, che (come stella polare) devono ispirare i comportamenti concreti non è facile da individuare.


+ Dal Vangelo secondo Matteo

« In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: "Occhio per occhio e dente per dente". Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l'altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da' a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.
Avete inteso che fu detto: "Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico". Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». »

Ci sono diversi livelli di esperienza che contribuiscono a guidare i nostri comportamenti:

    il primo livello è quello della sensazione, è una reazione molto immediata che ci spinge a cercare ciò che arreca piacevolezza. Credo che condividiamo il pensiero che questo livello oggi è molto diffuso, il modello di vita, anche proposto dai mezzi della comunicazione è molto basato sul cercare ciò che dà piacere

    il secondo livello dipende dal nostro vivere all’interno di una società, per cui noi dobbiamo tener conto della presenza degli altri. Di fronte alla scelta di un comportamento nasce in noi una domanda, forse neanche percepita a livello conscio e cioè: “cosa gli altri penseranno di noi”. Certo il cammino della vita e la maturità ci possono portare all’autonomia di pensiero, ma pensiamo alla forza che ha il gruppo nell’ispirare il comportamento dei ragazzi e dei giovani

    c'è poi il livello più profondo, quello che dovrebbe veramente guidare i comportamenti, che potremmo chiamare “l’ascolto della voce della coscienza”. Nella coscienza si realizza un laboratorio che: tiene conto dell’educazione ricevuta, delle esperienze e degli errori fatti nel passato, delle esigenze non solo del corpo ma anche del vivere in modo corrispondente alla dignità della persona, tiene conto anche della riflessione umana lungo la storia.

Alla luce di tutto questo si opera la scelta del valore ideale da vivere. Nel percorso interiore che ci porta alla scelta dei comportamenti da attuare nella vita non possiamo non tener conto della condizione di “creature” che hanno ricevuto la vita da Dio. Occorre anche valutare l’intenzione con cui Dio ha creato la vita, per cui il giudizio ultimo lo si esprime anche attraverso l’ascolto di ciò che Dio vuole per ciascuno di noi: Fare la volontà di Dio.

Dicevamo domenica scorsa, che Gesù ha realizzato nel suo percorso terreno una vita umana vissuta all’insegna di essere figlio di fronte a Dio, è dunque Lui che può guidare la vita alla ricerca della volontà di Dio.

« Desiderare il desiderio dell'altro », ci ricorda Massimo Recalcati

Gesù pone al centro della sua proposta di vita l’Amore: esso è l’essenziale valore da vivere per compiere pienamente il volere di Dio e il senso della vita. Gesù dà un significato nuovo alla parola amore. Nel modo comune di pensare si intende l’amore come il movimento che spinge una persona ad andare verso un’altra, perché spinta dal riconoscere nell’altro delle qualità buone. Il modo con cui Gesù pensa l’amore, consiste in un movimento che va verso una persona con il desiderio di arricchire quest’altra persona di bene. È il caso dell’amore ai nemici: il nemico è colui nel quale non vediamo alcuna qualità, piuttosto vediamo difetti che ripugnano, ma proprio per questo dovremmo arricchirlo di bene.

A noi interessa particolarmente individuare dove sta il fondamento del suo insegnamento. Penso che il fondamento si possa trovare nelle parole con cui Gesù si riferisce al Padre, quando dice che fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi. L’atto creatore di Dio trae dal nulla all’esistenza la persona, e continua ad avere questa volontà di dare vita anche quando una persona si sottrae al Suo amore. Poiché Dio ama così, chi ha fatto esperienza di questo amore, chi può contare su un amore che da solo non meriterebbe, non può non vivere a sua volta il medesimo amore verso i propri simili, anche se non lo meriterebbero.

il Parroco