Rimanete in me e io in voi.   Gv 15, 1-8   Tempo di Pasqua V


+ Dal Vangelo secondo Giovanni

« In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l'agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli». »

Se la resurrezione e la vita eterna con Dio fossero un traguardo raggiunto solo da Gesù, noi potremmo dire con un po’ di invidia: “Beato Lui”, ma in realtà ci interesserebbe poco il sapere che ha raggiunto una tale mèta. Gesù, nel suo cammino terreno, ha portato la vita umana a elevarsi al disopra di una dimensione puramente materiale, diventando totalmente abitata dall’amore, affinché la sua vita diventi anche la nostra e quello che ha fatto Lui lo facciamo anche noi. Dice Gesù: “Le opere che io compio anche voi le farete e ne farete anche di più grandi”. Dovremmo stare qui molto tempo se volessimo riferire tutti i testi del nuovo testamento che presentano l’esigenza del credente cristiano di rivivere la vita di Gesù. Dalla lettera agli Ebrei che propone di vivere tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede, oppure alle parole di San Paolo che inventa nuovi neologismi per dire l’esigenza di morire con Cristo per risorgere con Lui. Oggi siamo invitati a fare una verifica provando a rispondere a questa domanda: "Ci sono nel nostro modo di vivere dei comportamenti che sono ispirati e pertanto assomigliano al modo di vivere di Gesù?". Qualche volta siamo stati indotti a pensare che il massimo traguardo della vita cristiana consista nel compiere riti religiosi, si diceva: “è cristiano chi va in Chiesa”. In base al vangelo dobbiamo piuttosto dire che: “è cristiano chi ama come Gesù”.

Poiché spontaneamente sorge la domanda: “Come posso io, che sono così piccolo, vivere al modo di Gesù?”, ci viene in soccorso il vangelo di oggi ad indicarci il processo che può portarci a rivivere la vita di Gesù.

Ogni albero e perciò anche la vite, è composto dalle radici che affondano nel terreno e rendono possibile alla pianta di ergersi e resistere al soffiare dei venti, ma ancor più le radici hanno il compito di assorbire l’umidità presente nel terreno e quei sali e altri elementi disciolti, che costituiscono l’alimento che fa crescere la pianta. Dalle radici si diparte poi il tronco, che spuntando dal terreno si eleva verso l’alto alla ricerca della luce del sole. Se tagliamo il tronco di una pianta viva, sentiamo che esso è umido, infatti, la linfa assorbita dalle radici scorre lungo tutto il tronco facendolo vivere e crescere. Dal tronco partono i rami, (che nel caso della vite si chiamano tralci) sui quali spuntano le foglie che hanno il compito di assorbire energia dalla luce del sole. La vite ha poi la particolarità di produrre ogni anno un numero eccessivo di tralci; un lavoro molto importante da fare in primavera è la potatura con la quale si tagliano i rami secchi che hanno già prodotto i frutti nell’anno precedente e si sfoltiscono i rami nuovi che sottrarrebbero energie alla pianta impedendole di produrre i grappoli d’uva e di portarli a maturazione.

•    " Rivivere la vita di Gesù --- più che una decisione è un processo ....

La linfa assorbita dalle radici scorre lungo il tronco e si comunica ai tralci, gli elementi chimici assorbiti dal terreno e l’energia del sole assorbita dalle foglie, rendono possibile il prodursi dei fiori prima e dei frutti poi.

Con l’immagine della vite e dei tralci, Gesù vuole parlare della relazione che si realizza tra Lui e i discepoli, che non è paragonabile a quella di un seguace che guarda il maestro e ne apprezza la dottrina cercando di mettere in pratica i suoi insegnamenti. Gesù vuol dirci che la relazione, che s’instaura con l’atto della fede, alimentata dai sacramenti, fa sì che la sua stessa vita si trasmette a noi, così da renderci possibile vivere come Lui. Quello che voglio esprimere è un pensiero che può sembrare difficile, ma è molto importante per comprendere in che cosa consiste la vita cristiana. . La relazione del cristiano con Gesù è paragonabile piuttosto all’amicizia. L’amicizia costruisce una relazione più grande di quella tra il maestro e i discepoli; chiamiamo questa relazione con il termine di “comunione” per dire che chi ama vive nell’amato. Come la linfa vitale passa dalla vite ai tralci, così la stessa vita passa da Gesù a chi crede in Lui e accetta di vedere la propria persona e la propria vita nella luce del suo amore.

il Parroco