Beati voi, poveri.
1 Sam 26, 2.7-9.12-13. 22-23 Tempo ordinario VII - Ciclo C + Dal primo libro di Samuèle « In quei giorni, Saul si mosse e scese nel deserto di Zif, conducendo con sé tremila uomini scelti d'Israele, per ricercare Davide nel deserto di Zif.
+ Dal Vangelo secondo Luca « In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Domenica scorsa abbiamo letto le Beatitudini, diverse rispetto a quelle di Matteo, con le quali anche l’evangelista Luca fa cominciare il manifesto programmatico di Gesù. Anche nello svolgimento del discorso ci sono delle differenze: in Matteo la parola di Gesù occupa ben tre capitoli, nel vangelo di Luca sta tutta in uno solo. I due evangelisti pongono al centro della proposta di Gesù l’identico contenuto. Il messaggio di Gesù lo conosciamo, è quello che identifica lo stile di vita cristiana, è l’insegnamento nuovo rispetto alla legge dell’Antico Testamento, è ciò che diversifica il cristianesimo dagli altri cammini spirituali, è il messaggio che è diventato lo slogan dei cristiani: “Porgi l’altra guancia”. Di fronte a questa parola di Gesù sentiamo un moto di rigetto. Riconosciamo che i comportamenti proposti contrastano radicalmente con le spinte della nostra sensibilità, con ciò che ordinariamente viviamo. Se una persona ci ferisce, subito pensiamo di restituirle pan per focaccia o comunque di chiudere la nostra relazione. “Amare i nemici” è una proposta talmente difficile che concludiamo: “Come fa Gesù a chiederci questo?”. Se queste parole sono sempre state considerate un’esagerazione, lo sono particolarmente nel clima culturale del nostro tempo; la pandemia ha generato una forte spinta a mettere al centro i bisogni personali e ad isolarci dagli altri percepiti come una possibile fonte di pericolo. La domanda più importante è questa: “Come può Gesù chiederci questo?”. “Possiamo trovare nelle parole di Gesù le argomentazioni che giustificano una proposta così esigente?”. Se infatti, ritrovassimo la logica sulla quale Gesù fonda un tale modo di vivere, non sarebbe per questo più facile attuarlo, ma avremmo delle ragioni per provarci. Trovo la risposta a queste domande nelle parole di Gesù: “Affinché siate figli del Padre”, che hanno anche un’eco nella frase conclusiva: “siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». Sono queste le parole più importanti, quelle su cui porre l’attenzione, quelle da cui deriva il messaggio spirituale di questa domenica. * Gesù sposta l’attenzione dal mio ragionare se è giusto o ingiusto, se ce la faccio o no, a Dio: su come è fatto Dio, su come Lui agisce. Se accettiamo questo capovolgimento del punto di vista e mettiamo al centro Dio, dobbiamo come conseguenza condividere il suo modo di agire perché siamo fatti a Sua immagine. Quando uno ama accetta il punto di vista dell’altro e lo fa proprio; se Dio è oggetto del nostro amore, dobbiamo immedesimarci in Lui ed amare come lui ama. Come potremmo stare in relazione con Dio che è benevolo verso gli ingrati e i malvagi se poi avessimo sentimenti di disprezzo e di esclusione? C’è poi una ragione ben più stringente: quando ci rivolgiamo a Dio, quando ci mettiamo a pregare, pensiamo che possiamo fare questo perché Lui è per noi uno che ama senza puntare il dito contro i nostri peccati. Ci dà fiducia nell’andare alla presenza di Dio, il sapere che saremo accolti anche se abbiamo coscienza di aver tradito il Suo amore con i peccati. Perché siamo amati dobbiamo amare. Gesù aggiunge: siate perfetti come è perfetto il Padre vostro! Capisco che sarebbe una pretesa impossibile se toccasse a noi di rassomigliare a Dio, invece la questione è di accorgerci che Dio è già dentro di noi come la parte più vera di noi. Allora tutta la proposta di Gesù non è la pretesa di un amore impossibile, ma semplicemente la proposta di vivere la verità dell’amore che ci ha generato e che ogni momento nuovamente ci genera. |
il Parroco |