Tutti furono colmati di Spirito Santo.


Tempo Pasquale Pentecoste - Ciclo B - Colore rosso


At 2, 1-11


+ Dagli Atti degli Apostoli

« Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia, della Frigia e della Panfìlia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Giudei e proséliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio». »


Gv 15, 26-27; 16, 12-15


+ Dal Vangelo secondo Giovanni

« In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà». »

Quale relazione unisce la celebrazione che abbiamo fatto a Pasqua della Resurrezione di Gesù e l’avvenimento della discesa dello Spirito Santo che celebriamo oggi?

La resurrezione è il sigillo che il Padre Dio mette sulla vita di Gesù, con il quale riconosce che la sua vita, giunta al massimo dell’amore, è pienamente corrispondente alla volontà di Dio, è una vita umana realizzata pienamente, è vita degna di essere eterna.

Chiaramente ci interesserebbe poco affermare tutto questo se fosse solo Gesù a essere giunto a quel vertice, ecco perciò il significato che rende importante la festa di oggi: quella vita che Gesù ha realizzato attraverso lo Spirito è partecipata ai discepoli che credono, perché anche essi possano vivere la vita di Gesù.

Occorre però che la vita di Gesù non ci sia insegnata come una legge da vivere e neanche come un esempio da imitare, ma che possa incidere su quel luogo interiore nel quale esercitiamo la nostra libertà, facendo in modo che desideriamo la vita di Gesù e abbiamo la forza di attuarla.

Lo Spirito ha la capacità di entrare nella dimensione della interiorità e operare per far emergere la somiglianza con Dio.

Nel testo originale greco la parola Spirito si dice: “Pneuma”, che ha il significato sia di “vento” sia di “respiro”. La parola “respiro” ci aiuta a comprendere l’opera dello Spirito Santo. Attraverso il respiro avviene che l’ossigeno, di cui speriamo sia ricca l’aria che è fuori di noi, entra in noi, e unendosi al sangue diventa l’energia che permette alle cellule di vivere.

Lo Spirito ha la qualità del respiro, penetra nell’anima umana e crea in essa l’immagine di Dio, facendo in modo che Dio non sia più una presenza esterna all’uomo, ma diventi una presenza interiore. Lo Spirito può entrare in noi e diventare una luce e una forza interiore perché c’è già in noi una capacità di accogliere Dio, una sorta di connaturalità con Lui: è ciò che il racconto della creazione afferma quando dice che l’uomo è fatto a immagine di Dio.

Sento che questo pensiero può essere difficile, ma lo ritengo molto importante, decisivo per comprendere veramente la vita cristiana. È grazie alla presenza e all’azione dello Spirito che noi possiamo comprendere come la vita che ha realizzato Gesù può diventare nostra, infatti è lo Spirito che agisce interiormente rendendoci somiglianti a Lui.

Dal considerare l’opera dello Spirito Santo scaturisce la consapevolezza che al primo posto dell’azione cristiana sta la “vita spirituale”, cioè l’entrare in noi stessi e, scendendo nel profondo della nostra coscienza, stare in ascolto dello Spirito, che in noi fa sentire la sua voce. La vita della nostra società, proiettandoci sempre fuori di noi nel rumore esteriore, non facilita la vita nello Spirito. Per questo occorre educarci al silenzio, per imparare l’ascolto dello Spirito. La vita di “discepoli di Gesù” ci chiede di non mettere al primo posto la nostra iniziativa, ma di lasciare spazio all’azione dello Spirito Santo, che accogliamo quando stiamo in ascolto della Parola di Dio e quando ci apriamo all’efficacia dei Sacramenti. Il pellegrinaggio più importante è quello interiore, cioè il percorso di cui parla Gesù quando ci invita a entrare in noi stessi e stare nel segreto in ascolto di Dio. Dall’attenzione allo Spirito, si formuleranno in noi quelle consapevolezze che sapranno guidare la nostra vita.

il Parroco